Biografia

Ven Rosa M. Serio

VENERABILE
ROSA MARIA SERIO
Carmelitana ( Ostuni 1674, Fasano 1726 )

La Venerabile Rosa Maria Serio nacque ad Ostuni(BR) il 6 Agosto 1674, festa della Trasfigurazione del Signore, da Antonio, medico di Campi Salentina (LE) e dall’ostunese Francesca Spennati. Fu battezzata col nome di Romana ed entrò, il primo ottobre 1690, ancora sedicenne insieme alla sorella maggiore, nel Carmelo di Fasano (BR), e fu poi seguita, nello stesso Carmelo, da due sorelle minori. . In quell’epoca la Comunità delle Carmelitane che si stava per costituire, dopo essere state un gruppo di terziarie carmelitane scalze, adottò nel 1694, per ispirazione di Rosa Maria, le Costituzioni di Santa Maria Maddalena di Firenze, ottenendo la clausura papale nel 1698.Già durante il noviziato iniziarono a manifestarsi quei fenomeni mistici che caratterizzarono tutta la sua esistenza.  Si identificava così intensamente alla vita di Cristo tanto da illustrare con i suoi atteggiamenti le feste liturgiche della Chiesa. Mentre serviva la sua comunità nelle mansioni più umili in cucina e poi come portinaia, infermiera, e in seguito economa, rimaneva assorta nella presenza divina, dando l’impressione di avere il dono della preghiera continua, una preghiera centrata nella Liturgia. E il Signore la ricolmava di speciali doni e favori: a conferma delle sue esperienze mistiche, la mattina di Pentecoste del 1694, 30 maggio, mentre stava ricevendo la comunione, un globo di fuoco le si posò sul capo bruciandole parte del velo e della cuffia e imprimendole sul petto la forma di un cuore, rimanendole, sia sul capo che sul petto, delle ferite aperte e sanguinanti insieme ad una gioia spirituale particolare. La sua unione con Gesù divenne talmente intensa, specie nelle sofferenze della Passione, che ricevette il dono delle stigmate dapprima come dono interiore, e più tardi anche esterno e visibile, come la piaga sul petto a forma di cuore. Come in altri momenti difficili del suo cammino, veniva confortata da S. Maddalena dè Pazzi che le indicava la strada da percorrere. La priora pensò di impiegarla in un ufficio che la distraesse e la togliesse spesso dalla cella. Così la promosse rotara e in tale incarico non mancarono dei bei fioretti. Come quando la priora, in un periodo di siccità, le ordinò di non dare più l’acqua ai poveri fasanesi che la elemosinavano dal pozzo delle monache, che rischiò di lasciare a secco pure il monastero. Quando si ricominciò a donarla, anche per le monache il pozzo riprese il suo livello consueto. La sua umiltà e obbedienza ai superiori di questa monaca estatica e la direzione spirituale ricevuta dai confessori e dai vescovi, garantiscono la validità delle sue esperienze mistiche.Nel 1701, fu eletta maestra delle novizie, ricoprì tale incarico con somma carità, saggezza e discernimento. Memore di quanto aveva patito, era lei ad accusarsi delle mancanze delle sue figlie e ne faceva lei penitenza per loro, anche pubblicamente, dando così una efficace lezione di carità.Nel 1704, fu eletta priora a soli 28 anni e in questo ruolo, Suor Rosa Maria, poté dispiegare, malgrado la giovane età, le sue doti di carità e di discernimento verso la comunità che la ricambiò con affetto, riuscendo con vari permessi pontifici a rieleggerla per sei mandati. Oltre le grate divennero noti i prodigi e i doni mistici di cui era favorita, ma anche la sua innata concretezza che la faceva attenta ai bisogni materiali e spirituali del monastero e della popolazione, svolgendo molti compiti in prima persona, soprattutto i più umili, anche per il ruolo che copriva come priora. Per questo la sua gente iniziò a sentirla come Madre. Sovente, non potendo contenere la gioia riconoscente che le suscitava l’unione con Dio, a ricreazione o nelle Liturgie del coro, prendeva la chitarra e suonava, cantava e danzava per stimolare le consorelle al suo stesso grado di fervore.Alla sua morte, avvenuta dopo una logorante malattia il 9 maggio 1726, fu ancora la Liturgia a sostenerla. Chiese personalmente l’Eucarestia come Viatico e altrettanto fece per l’Unzione degli Infermi. Non voleva restare senza il suo crocifisso. Le sue ultime parole che mormorò furono l’acclamazione che tanto spesso aveva ripetuto nella liturgia: “ Santo, Santo, Santo!”.Grazie a Suor Maria Benedetta Serio dello Spirito Santo, sorella della venerabile, allora Priora del Monastero delle carmelitane di Fasano assieme ad altre consorelle dietro richiesta del Vescovo di Ostuni con l’approvazione della Sacra Congregazione nell’anno 1729 del 16 ottobre si trasferirono ad Ostuni per dare vita al Monastero delle carmelitane
Il processo di beatificazione promosso dal vicario generale di Fasano, don M. Massari, dal Capitolo delle Carmelitane, dai Vescovi pugliesi, dall’Ordine e dal Postulatore Carmelitano P. Serafino Potenza, venne introdotto già dopo la morte della Madre Serio, facendo tesoro delle disposizioni giurate di quanti erano testimoni oculari e delle tante segnalazioni di grazie ricevute. Il 22 settembre 1741 Papa Benedetto XIV dichiarò Venerabile la madre Rosa Maria Serio. Il processo canonico fu però pochi anni dopo bruscamente fermato e ridotto a silenzio perpetuo, a causa di malignità e calunnie favorite da un Vescovo. I ricordi, le reliquie e i ritratti della Madre Serio vennero distrutti. In punto di morte nel 1747 questo Vescovo, ravvedutosi, chiese perdono pubblicamente per il male ordito contro la causa della Serio e volle che questa sua ritrattazione fosse data alle stampe.A tutt’oggi tuttavia, nonostante sia ormai sconosciuta e dimenticata da molti, la sfortunata memoria della venerabile Rosa Maria Serio, considerata Madre del Carmelo pugliese, è ancora viva tra la sua gente che a Fasano, Ostuni e Campi Salentina ne custodisce i luoghi dove è nata e vissuta e non manca di ricordarla con gratitudine e di riceverne ancora speciale protezione.Attualmente i suoi pochi resti si trovano murate in una chiesa di Fasano.
Preghiamo perché il Signore faccia appianare le difficoltà, avere una degna conservazione dei suoi resti e si degni per mezzo del suo Vicario, elevare agli onori dell’altare questo fiore gentile del Carmelo a gloria della chiesa trionfante, a incrementare di virtù in tutti coloro che la invocheranno.

Le Monache Carmelitane di Ostuni