Simboli carmelitani

simboli per spiegare una spiritualità…

LA SANTA MONTAGNA : IL CARMELOCIMG1196

Il pellegrinaggio dei nostri primi eremiti raggiunge la sua meta sul Monte Carmelo; qui si stabiliscono, attratti dal profumo dei santi luoghi e dal desiderio di vivere in quella meravigliosa solitudine.

Nella Sacra Scrittura il Monte è luogo dell’incontro con Dio; tutto questo si realizza meravigliosamente per il Monte Carmelo che è segno di fertilità , luogo in cui i fiori, gli alberi la vegetazione spontanea fanno ricordare il giardino dell’Eden, luogo in cui Dio e l’uomo passeggiano insieme alla brezza leggera del mattino, in intimità profonda. . La vetta è Cristo, ma il cammino a Lui è in salita per strade scoscese ed impervie, purificatrici, ma che portano direttamente a Lui, senza scorciatoie. Giovanni della Croce ama la simbologia della Montagna, tanto da intitolare “Salita al Monte Carmelo” il percorso di purificazione necessario al cristiano per accedere all’intimità con Dio.

CIMG1733LA FONTE

 Il simbolismo della fontana d’acqua sorgiva, è espressa in particolare dalla sorgente che sgorga nel mezzo del giardino, ai piedi dell’albero della vita, al centro del Paradiso terrestre.

Per il Carmelo il simbolo della fonte si rifà con immediatezza alla fonte di Elia dove dimorano i prime eremiti. Si tratta del torrente a cui egli si disseta, anzi è dissetato da Dio stesso: quindi la fonte è simbolo della Sapienza, che viene donata a chi medita giorno e notte alla legge del Signore, a chi abbandona altri fiumi di acqua infida e si disseta al torrente delle delizie del Signore.

La Fonte è anche Maria SS. Per mezzo di Lei infatti tutta l’umanità è stata dissetata dalla Misericordia di Dio, lei ha portato nel suo grembo Colui che è la Sapienza stessa; Così il Carmelo diviene il giardino speciale di Maria; lei è la “giardiniera che lo irriga, distribuendo, con la sua intercessione i fiumi di acqua viva.

La fonte è soprattutto Cristo.Da Lui sgorgano fiumi di acqua via; Lui disseta con l’acqua del suo Spirito.

Cosi il carmelitano, ricerca la Sapienza con l’ascolto orante della Parola,guarda a Maria come modello di ricettività della grazia, anela a Cristo unica sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.

 

 IL DESERTOcontatto con la Parola di Dio

La Regola del Carmelo evoca il deserto quando dice “ Potete avere luoghi negli eremi” e lo ribadisce in qualche modo con l’insistenza ad essere “soli”, in “singole celle separate”.

E’ la ricerca della solitudine e del silenzio non fine a se stesso, ma come spazio per ricercare la voce di Dio. Anche nella Sacra Scrittura il deserto diviene il logo privilegiato,dove Dio ripristina il suo rapporto d’amore con Israele, la sposa infedele. Così per il Carmelo, la solitudine e il silenzio divengono fondamentali per la ricerca del Volto di Dio, per ascoltare la sua Parola, per sperimentare il suo amore e la sua dolcezza.

Il deserto è anche il luogo della lotta spirituale, tema molto caro alla nostra Regola. L’uomo da solo, prima di incontrare Dio deve fare i conti con se stesso! Solo attraverso una conoscenza vera di sé stessi, si può accedere alla conoscenza amorosa del Signore.

 a7LA CELLA

Strettamente legata con il simbolo del deserto; la cella è il luogo materiale dove la monaca vive la sua intimità con Dio.

Ad ognuno è assegnata una cella separata, che diviene l’emblema della “stanza nuziale”, dove ci si apparta con lo Sposo e dove Cristo rivela all’anima i suoi segreti più intimi. In cella si medita la Parola di Dio giorno e notte, si abita familiarmente con Dio, ci si apparta per godere la sua intimità, e per elevare a Lui tutta l’umanità con la preghiera di intercessione

L’ORATORIO

 Il fatto che il nostro Fondatore non sia un singolo, ma una comunità, dice l’importanza della vita comunitaria per la vita del Carmelo.

Essa si fonda sulla vita di preghiera fatta insieme e sul comune ideale che è “Vivere in Cristo”. E’ il centro della nostra esistenza e la Regola ha voluto marcare tutto questo chiedendo di costruire un oratorio intorno alle celle.

Così il centro spaziale, divine centro esistenziale, perché al centro della vita comunitaria vi è Cristo e noi tutte dobbiamo sentirci membra del suo Corpo mistico.

Cosi andare in Coro per la liturgia delle ore e per l’Eucaristia quotidiana, ci porta ad uscire da noi stessi, per radunarci attorno a Cristo per celebrarlo, adorarlo, e per intercedere per tutta l’umanità.